Alvin Ailey American Dance Theater

Per il festival Les étés de la danse 2009, protagonista é l’Alvin Ailey American Dance Theater che festeggia a Parigi con questa tournée i suoi 50 anni. Anniversario d’oro per una compagnia che ha saputo conservare nel corso di tutti questi anni lo spirito e l’energia che Alvin Ailey, suo fondatore, gli aveva impresso. Ora é Judith Jamison a continuare il lavoro del maestro in veste di nuova direttrice del gruppo.

Il mese di luglio parigino sarà cosí animato dalla presenza della danza entusiasmante di questa compagnia che resterà ospite del Théâtre Châtelet fino al 25 luglio, presentando tre programmi differenti.

Si apre con il trittico Festa Barocca del coreografo italiano Mauro Bigonzetti (2008, prima in Francia); Unfold di Robert Battle (2005, prima in Francia) e Revelations di Alvin Ailey (1960).

La Festa Barocca di Bigonzetti si sviluppa attraverso un mélange di colori ed energia. Il coreografo italiano gioca sulla classicità della musica di Handel facendola rivivere in modo del tutto gioioso, vivace e ricco di spontaneità. Ció grazie ad un linguaggio coreografico semplice, basato su una gestualità geometrica capace di sfruttare tutte le potenzialità fisiche ed espressive dei danzatori.

Ne risulta una coreografia composta di assoli, duo e ensemble, ben amalgati tra di loro, ove non si avverte mai un punto di frattura tra un passaggio e l’altro. Uomini e donne con gonne lunghe svolazzanti animano il palcoscenico creando l’atmosfera di una vera e propria festa.

Unfold é un pas des deux che trova la sua essenza nella simbiosi tra la fluidità dei movimenti e i sentimenti della musica di Charpentier (Louise, atto III, aria Le jour où je me suis donnée). La coreografia intensa nell’interpretazione dei due interpreti si sviluppa attraverso una serie di sequenze che sembrano sculture in movimento capaci di esprimere e rappresentare la sensualità e l’amore cantati nel romanzo musicale del musicista francese.

Revelations é il classico dei classici del repertoiro. Creato nel 1960 dallo stesso Ailey é un omaggio allo spirito più vero e intimo della cultura religiosa e musicale nera. Il coreografo attinge alla musica calda e spirituale dei canti negro spirituals per la creazione di un balletto trascinante, emozionante ricco di momenti in cui i danzatori rivelano le loro doti tecniche. Certamente anche una forte dose di espressività gioiosa anima l’intero pezzo che permette agli spettatori di lasciare il Théâtre Châtelet soddisfatto e animato dall’energia che l’Alvin Ailey American Dance Theater riesce a trasmettere.

Per maggiori informazioni consultare :

www.lesetesdeladanse.com

www.alvinailey.org

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