Prometheus Landscape II

L’artista fiammingo Jan Fabre presenta al Théâtre de La Ville la sua ultima creazione Prometheus Landscape II. La teatralità é l’elemento essenziale di quest’opera in inglese sottotitolata in francese.

La rappresentazione consacra il mito di Prometeo, il Titano che osó rubare il fuoco agli dei per donarlo agli uomini. Di conseguenza fu punito e fu incatenato sul Monte Caucaso. Il suo fegato fu divorato da un avvoltoio per l’eternità. Persino Kafka fu attirato da questo soggetto, scrivendo tra il 1917 e il 1931 un racconto in cui sviluppó quattro versioni di questo mito.
Jan Fabre, artista eclettico, coreografo e regista ha approfittato di questo tema anche per liberare le sue ossessioni d’artista critico della nostra società contemporanea utilizzando i suoi codici estetici spesso eccessivi, violenti e pieni di simboli.

Il sentimento di rivolta, di furore come anche della debolezza umana di fronte ai poteri divini sovrastano in tutto lo spettacolo, messaggero anche del desiderio degli uomini di affermare i loro desideri e vincere le leggi divine.

L’artista belga presenta tutto questo con un linguaggio che gli é familiare :nudo, crudele, privo di equivoci. I corpi cercano la loro libertà, vogliono affermarsi anche attraverso la tortura.

La legge degli dei, sovrana del giudizio, resta un tema sempre presente in scena attraverso i loro interventi e i loro recitativi.

Sicuramente questo spettacolo affronta un tema ben più vasto e lascia aperto un interrogativo che si pone a ciascun individuo : si deve credere più alla propria libertà o adattarsi e soccombere alle convenzioni che la vita ci impone ? Agli spettatori la risposta, Jan Fabre firma qui un’opera densa e critica del nostro mondo moderno.

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