L’Histoire de Manon

L’Histoire de Manon é senza dubbio uno dei balletti più ricchi sul piano dell’espressione classica, capace di coniugare una teatralità unica e una profonda ricchezza psicologica.

Questo balletto creato da MacMillan nel 1974 s’ispira al testo dell’Abbé Prevost, una storia semplice che acquista sempre più spessore mano a mano che la storia dei protagonisti avanza.

La costruzione drammatica si accentua progressivamente per raggiungere il massimo dell’intensità solamente nell’ultima scena consacrata alla morte di Manon.

La coreografia si avvale del ritmo dei cambiamenti di scena per raccontare in maniera lineare l’intera vicenda. L’Histoire de Manon é un esempio significativo dello stile coreografico di MacMillan : per la vivacità delle sue emozioni, per l’intensità delle sensazioni, per la capacità di presagire una minaccia incombente, per saper rappresentare la forza delle passioni avvalendosi del linguaggio della danza. La musica é costituita da brani di Massenet, alcuni tra questi tratti da Le Cid, Thaïs, Don Quichotte, Cleopatra, Ariane a Cenerentola, riarrangiati da Leighton Lucas su domanda dello stesso MacMillan.

L’Histoire de Manon racconta la storia tragica del cavaliere Des Grieux e della sua eroina Manon, giovane di sedici anni, seduttrice e amante dei piaceri della vita. Riprendendo le parole dello stesso MacMillan  » La chiave della sua condotta si trova, io credo, nelle sue origini: una famiglia dignitosa, sicuramente, ma modesta e ben presto ridotta alla povertà in quel XVIII secolo dove le fortune si creano e si disfano con la rapidità di un temporale. Ebbene, nella miseria, si finisce per perdere tutta la dignità. E Manon ha talmente paura della miseria! Meno della paura della povertà stessa che della vergogna di essere povera « .

Interpreti d’eccezione Sylvie Guillem, di ritorno sul palcoscenico scaligero dopo più di cinque anni, e Massimo Murru, étoile del Teatro alla Scala.

Sylvie Guillem crea la sua Manon con la sua grande personalità d’artista, la sua perfetta tecnica unite alla sua sensibilità musicale straordinaria. Nel suo sguardo si coglie l’amore per Des Grieux ma anche il presentimento del tragico destino che l’attende.

La coreografia alterna movimenti fluidi, momenti di pausa in cui gli sguardi diventano protagonisti e passaggi rapidi che si susseguono senza disturbare l’armonia della coreografia.

Significativo é il secondo pas de deux di Manon e Des Grieux che ha luogo nella camera parigina. E’il momento che ci fa entrare nell’intimità dei due amanti per vivere e condividere un momento di felicità. La precisione alla base del linguaggio di MacMillan é legata anche indissolubilmente all’interpretazione musicale degli interpreti.

Durante il terzo atto, sia le tonalità della scenografia che dei costumi di Nicholas Georgiadis ci trasportano nell’atmosfera nauseabonda del porto de la Nouvelle-Orleans ove il battello dei condannati attraccherà.

Lo sbarco delle prostitute sotto lo sguardo ammiccante e inquietante del guardiano crea un momento di alta tensione e segna un punto di svolta nella narrazione. Manon é sfinita, si aggrappa speranzosa al braccio del suo Cavaliere e Sylvie Guillem interpreta questo passaggio con una grande credibilità.

Nel passo a due finale la disperazione é al massimo. Manon, in preda alla morte que la devasta danza per l’ultima volta nelle braccia del suo amato cavaliere. Massimo Murru é superlativo ispirandosi al tema dell’Estasi della Vergine di Massenet, un brano musicale che ci trascina nel destino tragico dei protagonisti.

Sylvie Guillem é una Manon perfetta sia dal punto di vista dell’interpretazione che per la tecnica. La sua qualità dei movimenti é unica e le appartiene, i movimenti delle sue braccia sono degni di ammirazione, delicati, lirici ; s’impone sia nei passi a due più passionanti sia nel suo assolo del secondo atto in cui rivive tra passato con il suo Des Grieux e il presente. Perfetti i suoi sguardi e le loro intenzioni mentre viene trasportata tra tutti i gentiluomini. E’ una perfetta giovane donna innamorata, sensuale e piena di fascino ma allo stesso tempo attirata dal potere dei soldi.

La coreografia é altresí perfetta per le linee del corpo di Massimo Murru, dotato di grande flessibilità e di estremo controllo, qualità che gli permettono un’esibizione perfetta. Durante le sue arabesques, il tempo sembra quasi arrestarsi. La sua silhouette si adatta anche bene per il personaggio di Des Grieux, personaggio giovane e spontaneo che si affaccia e vive i primi problemi della vita. Il suo primo assolo é degno di nota per il controllo e la padronanza nella rappresentazione delle emozioni : precisione nelle linee, grande sensibilità, e capacità di donare delle sfumature del tutto particolari agli sguardi che accompagnano il momento della seduzione caratterizzano questo momento.

Il risultato é un Des Grieux delicato nei rapporti con la sua Manon e profondo nei suoi rapporti con il mondo.

Il risultato di questo spettacolo é un trionfo e il pubblico lo manifesta con i suoi interminabili applausi.

Milano, Teatro alla Scala, 2 Febbraio 2011

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