Nureyev e Cenerentola: quando la danza sogna Hollywood !

L’idea di una Cenerentola « contemporanea » venne suggerita a Rudolf Nureyev dallo scenografo Petrika Ionesco. In un primo momento il grande maestro russo esitò perché non voleva ritoccare uno dei classici della letteratura fiabesca. Iniziò a pensare e a lavorare con la sua immaginazione ad una possibile nuova trama, alla ricerca di un soggetto che potesse rendere più viva ed attuale la favola di Perrrault, senza però sconvolgerla del tutto. Alla fine accettò, creando una versione che fu presentata per la prima volta nel 1986 all »Opéra di Parigi in cui la danza diviene gemella della Settima Arte, cioè il cinema e vedremo il perché. La novità dal punto di vista della struttura narrativa di questa coreografia consiste nel fatto che Nureyev cala in una realtà contemporanea la trama originale di Perrault. Infatti, grazie proprio alla sua sensibilità artistica e alla convinzione che dovesse sempre esserci un forte legame tra danza e realtà, ricrea la sua Cenerentola ambientando il racconto negli anni « 30 e facendo divenire la protagonista una fanciulla moderna con le ambizioni e i sogni comuni dell’epoca contemporanea. E quale sogno più attuale per una fanciulla può essere quello di diventare una star del cinema? Così la fata di Cenerentola è un produttore cinematografico che, affascinato dalla grazia dei movimenti della fanciulla, le offre un contratto da star per un suo film a Hollywood; la zucca non si trasforma più in carrozza ma in un’automobile decappotabile e Cenerentola perde la scarpetta allo scoccare della mezzanotte fuggendo dagli studio ove stava provando una delle scene del suo futuro film. Ma attenzione: Nureyev mantiene anche alcune caratteristiche della fiaba che tutti conoscono, restando fedele alla versione di Perrault. Infatti, esistono sempre la matrigna e le due sorellastre, ambiziose e gelose tra loro e sempre pronte a maltrattare Cenerentola; il padre, spesso ubriaco e sempre vittima dei giochi capricciosi di sua moglie e delle sue due figliastre. Da un punto di vista coreografico Nureyev, aiutato anche dalla musica di Prokofiev, adotta uno stile dinamico e vivace, lasciando anche parecchio spazio agli artisti di intepretare i loro movimenti. Moltiplica le variazioni brillanti, i pas de deux romantici, dà un connotato grottesco ed ironico ad alcuni duetti delle sorellastre nel primo atto, enfatizzando alcuni momenti di danza di gruppo tradizionali come il Balletto delle Quattro Stagioni, le danze spagnole, orientali e tzigane. Contemporaneamente, come simboli della sua rilettura, introduce numerosi riferimenti alle star e ad alcuni personaggi chiave del cinema americano degli anni « 30, come Charlie Chaplin e Fred Astaire insieme ad alcune scene tratte dal film King Kong che all »epoca suscitò tanto stupore. I costumi sono della giapponese Hanae Mori che ha ricreato con perfetto gusto giapponese vesti vaporose e leggere. Cenerentola resta pur sempre, nella sua trasfigurazione di sogno cinematografico, un omaggio all’innocenza e alla semplicità, tinto di rosa con fosforescenze argentee. Significative a proposito queste parole di Rudolf Nureyev dell’ottobre del 1986: « Tutta la storia di Cenerentola simbolizza lo scorrere del tempo, la paura di veder svanire i propri sogni e la propria giovinezza ». E’ per questo che la protagonista riscatta la propria esistenza nel momento in cui l’Amore trasforma per magia la propria vita. Anch’io stesso – aggiunge ancora Nureyev – « concepisco la vita eterna come un lusso supremo! ».

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