Cello Suites

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ph brescia e amisano teatro alla scala

Per il pubblico del Teatro alla Scala Cello Suites rappresenta una novità. Di solito in cartellone, il teatro scaligero presenta le grande opere del repertorio classico, a cui il gusto del pubblico é oramai affinato.

Una sfida dunque questa nuova rappresentazione, che Hanz Spoerli rimette in scena a Milano con il Corpo di Ballo della Scala.

Si tratta di un balletto, che nonostante abbia più di dieci anni (é stato creato nel 2003 per l’Opera di Zurigo), conserva tuttora la sua modernità, sia in termini di linguaggio coreografico sia perché ci permette di ascoltare tre delle sei suites scritte da Bach per violoncello solo che ne costituiscono il tessuto musicale. Questo non é poco, perché ci si rende conto come la musica del musicista tedesco si mostri tanto più contemporanea oggi che alla sua epoca. La struttura delle frasi musicali e le sonorità sono ben lontane da quelle del diciottesimo secolo fino al punto di credere che si tratti di musica scritta negli ultimi decenni.

Hanz Spoerli é stato molto affascinato dalle composizioni bachiane; precedentemente aveva composto Goldberg Variationen e Und mied den Wind sulle suites n.1,5,4 dedicato ai temi dell’acqua della terra e del fuoco.

Per Cello Suites il coreografo s’ispira al vento e sceglie per la struttura di questo balletto l’alternanza di duo, trio e pezzi d’ensemble. L’inizio e la fine sono riservati a un solo che é stato interpretato in maniera intima, come lo richiede l’atmosfera, da Claudio Coviello. Un momento di riflessione che apre e chiude le danze, soprattutto in principio dove il danzatore é solo con la sua sbarra e inizia i suoi étirements. Poi, gli spettatori possono iniziare a godere uno spettacolo di pura danza : non c’é scenografia, i loro costumi sono semplici (cambiano solo di colore blu, rosso e verde per ciascuna delle suites), ma la ricerca e l’inventiva coreografica colmano il palcoscenico.

Non si tratta di una danza solamente astratta e fredda : l’emozione la si ritrova nell’ammirazione della costruzione di ciascun passaggio. I corpi dei danzatori creano linee e angoli geometrici, i loro muscoli emanano tutta la tensione che emerge dalle corde del violoncello et i développés e les arabesques fissano momenti estetici di pura bellezza. I passi a due sono momenti di dialogo, talvolta sensuali, altre volte interpretati con più brio. Ogni gesto, soprattutto delle braccia e dei piedi é calibrato e studiato per creare una vera liason con il movimento successivo. Nei momenti d’ensemble i danzatori sono più liberi e il gesto é meno accademico e codificato.

Cello Suites é un balletto in cui i dettagli di ciascun passo della coreografia fanno la differenza e questi stessi accentuano e rivelano certi momenti della partitura musicale che tralaltro contiene forme di danza come la gavotta, la sarabanda o il minuetto.

In scena, accanto ai più maturi e riconsociuti Mike Zeni, Antonino Sutera, Nicoletta Manni sempre di forte personalità, Vittoria Valerio, Angelo Greco e Marco Agostino, i più giovani, che dimostrano sempre più il loro talento: Virna Toppi, Alessandra Vassallo, Walter Madau, Antonina Chapkina e Timofej Andrijashenko.

Ottima scelta la programmazione di questo balletto: ha dato un’apertura alla cultura della danza del pubblico scaligero e ha permesso ai danzatori di confrontarsi a un linguaggio classico di base ma che richiede una visione dell’utilizzo delle loro doti tecniche del tutto nuovo.

Milano, Teatro alla Scala, 6 Marzo 2015

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