La fille mal gardée

Si è chiusa con una nuova entrata in repertorio, La fille mal gardée di Fréderick Ahston, la stagione di balletto dell’Opéra National de Paris, un anno che ha visto la nomina di di due nuove étoiles, Emile Cozette e Jéremie Bélingard e l’addio alle scene di Laurent Hilaire.

La fille mal gardée è il più antico del repertorio classico francese essendo stato rappresentato per la prima volta il 1 luglio 1789 al Grand Théâtre di Bordeaux con la coregrafia di Jean Dauberval e con il titolo Le Ballet de la paille, ou il n’est qu’un pas du mal au bien.

Di argomento pastorale, si differenzia dagli altri balletti in voga alla fine del XVIII sec. perché i suoi protagonisti non erano né degli dei, né delle creature mitologiche ma giovani comuni, Lise e Colas che vivevano la loro storia d’amore contrastata dalla madre della fanciulla che vorrebbe far sposare sua figlia con il figlio di un ricco proprietario.

Una storia semplice e popolare, che rappresenta anche una svolta come genere nella storia del balletto dato che rappresenta la nascita del balletto pantomima in opposizione alle forme coreografiche del secolo precedente più virtuosistiche e meno verosimili.

La gestualità deve nascere dal cuore, deve saper parlare come le parole, è uno dei principi su cui si basavano i coreografi dell’epoca.

La versione brillante di Frederick Ashton, venne rappresentata per la prima volta a Londra nel 1960 alla Royal Opera House. Sicuramente una delle protagoniste di questa crezione fu Tamara Karsavina che incitò Ashton a crere la sua propria versione, dopo che la stella russa aveva visto parecchie interpretazioni al Marinsky e aveva davanti ai suoi occhi Virginia Zucchi che aveva più volte ballato la versione creata da Ivanov e Petipa nel 1885.

L’allestimento dell’Opéra di Parigi ha messo in luce le qualità del lavoro di Ashton, la sua semplicità, resa con una coreografia senza momenti virtuosisitici particolari e caratterizzata da una grande linearità.

La coppia Froustey-Ganio nei ruoli di Lise e Colas ha offerto una performance priva di quella teatralità che in certi passaggi il balletto richiedeva. Una danza senza sbavature, che ha visto dunque la mancanza di momenti emozionanti. Nessun slancio amoroso, nessun momento vissuto con particolare gioia da parte dei due danzatori.

Sicuramente meglio da questo punto di vista la coppia Gilbert-LeRiche, e soprattutto Stéphan Pavorin nel ruolo della madre.

Nel tempio parigino le danze riprenderanno il 21 settembre con Wuthering Heights di Kader Belarbi (www.operadeparis.fr).

Paris, le 23 juin 2007

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