Pitié

Pitié ovvero Pietà. Questo é il titolo dell’ultima creazione di Alain Platel presentato al Théâtre de la Ville di Parigi.

Non bisogna assolutamente pensare al significato che normalmente si attribuisce al sostantivo Pietà per cercare di capire e dare un senso a questo spettacolo. Infatti normalmente é sinonimo di compassione, significato che Platel rigetta assolutamente come risulta in maniera evidente dalla citazione che il coreografo utilizza come sottotitolo del suo programma :  » La compassione é la soluzione radicale della nostra epoca « .

E allora qual’é la Pietà di Platel ?

Ispirandosi alle musiche di Bach della Passione secondo Matteo arrangiate dal fedele Fabrizio Cassol che aveva già operato per VSPRS sui Vespri della Beata Vergine una trasformazione magistrale degna del miglior chirurgo, Platel immagina uno spettacolo in cui sofferenza, amore, dolore s’intersecano in maniera omogenea legati dalle note del canto che accompagna l’orchestra.

Momenti d’ensemble di danza struggenti ed intimi si succedono ad altri in cui i sentimenti si placano, istanti che rappresentano quasi pause di attesa per una ripresa forte ed intensa che toglie il respiro. Nulla viene rispiarmato, tutto viene vissuto all’estremo; anche l’amore é rappresentato nei suoi aspetti più carnali, i corpi stessi si toccano e si sentono come per lacerarsi senza alcun risparmio, alcuna mediazione.

I danzatori che appartengono al gruppo del Ballet de la C. sono esemplari nel donare il massimo e non lasciare nulla al caso e tanto meno alla banalità. Interpretano e danzano Pitié donando allo spettacolo ciascuno con la propria sensibilità il loro vissuto interiore.

Spesso si ritrova la gestualità tipica di VSPRS creata sulle immagini di filmati di malati schizofrenici che avevano ispirato la precedente creazione del coreografo fiammingo, ma questo non é significa ripetersi ma piuttosto utilizzare e servirsi di un tipo di movimento che a volte risulta essere più efficace e libero per esprimere determinati stati d’animo.

Pitié quindi puó suscitare nel pubblico differenti reazioni proprio per il paradosso che contiene. Ma alla fine ne risulta un’opera che si rivela essere un esempio ottimale per ció che oggi la danza contemporanea puó ancora offrire in termini di stile, emozioni e rielaborazione coreografica dei soggetti.

Parigi, Théâtre de la Ville 21 ottobre 2008

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