Preludi e Fughe

Emmanuel Gat e la danza o ancora meglio la danza e la musica, che tipo di rapporto puó esistere fra un coreografo e la sua arte, che tipo di relazione potrebbe instaurarsi fra la danza e la partizione musicale ?

Dibattiti animati sono stati all’ordine del giorno nel XX sec. Ma la discussione fra teorici e praticanti resta aperta.

Il coreografo israeliano si pone ancora oggi al centro di questa querelle, dandoci la sua risposta attraverso la sua ultima creazione Preludes et Fugues, sulla musica del Clavicembalo ben temperato di Bach.

Un balletto straordinario con i danzatori del Balletto del Gran teatro di Ginevra che mette in risalto il genio creativo e lo spirito di ricerca del coreografo. Il suo talento fa viaggiare insieme la musica e la danza, ciascuno racconta la sua propria storia in un’armonia perfetta.

La danza con la sua fluidità trova il suo corrispettivo nell’intimità dei tocchi del piano di Glenn Gould, interprete magistrale della musica di Bach.

La musica svela il suo universo e la danza ne condivide il suo.

Che piacere per gli occhi e le orecchie vedere queste arti viaggiare insieme, in maniera cosi armoniosa malgrado le loro differenze !

Sono due linguaggi che si parlano, ciascuno seguendo i suoi propri codici. Tuttavia lo spettacolo testimonia l’assenza di ogni contrasto o di disaccordo.

Il pubblico segue i danzatori che si fondono nella musica, calma e razionale, a volta ripetitiva.

Tutto parla all’insegna dell’astrazione, ma si tratta allo stesso tempo di un mondo ricco di simboli e significati.

I duo e i trio che si susseguono sono abbastanza eloquenti. E’ inutile cercare di capire le singole sequenze della coreografia perché ogni movimento é legato automaticamente all’altro comme le sequenze matematiche della partizione musicale.

 » Oui, ce corps dansants semble ignorer le reste, ne rien savoir de tout ce qui l’environne. On dirait qu’il s’écoute et n’écoute que soi ; on dirait qu’il ne voit rien, et que les yeux qu’il porte ne sont que des joyaux, de ces bijoux inconnus dont parle Baudelaire, des lueurs qui ne lui servent de rien  » scriveva Paul Valery.

Potrebbe essere questa la chiave di lettura di questo spettacolo ; una coreografia cosí lontana dalla musica ma allo stesso tempo cosi vicina nelle sue intenzoni silenziose.

Coregrafia e danza, questi sposi misteriosi ma amanti fedeli.

Ginevra, 28/05/2011

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