Caligula

Nicolas Le Riche da étoile dell’Opéra National de Paris a coreografo. E’ in questa veste che ritroviamo il ballerino francese nel balletto Caligula, protagonista in questo mese di marzo sul palcoscenico dell’Opéra Garnier di Parigi.

Ispirandosi al personaggio del famoso e crudele imperatore romano, Nicolas LeRiche grazie anche al supporto di Guillaume Gallienne che riscrive il soggetto dell’opera, ricostruisce la figura di un uomo tanto famoso e avido di potere mettendone in luce ben altre qualità e portando in scena un personaggio ben differente da come ci viene descritto dalle fonti storiografiche.

Come afferma lo stesso Gallienne, non è tanto l’uomo di stato che appare quanto piuttosto Caligola nei suoi aspetti più fragili e intimi. In particolare nella ricostruzione del soggetto, il drammaturgo si è ispirato a quanto scrive Nietzsche nel Crepuscolo degli Idoli, in particolare a quello stato di ebrezza che l’artista prova nel momento della sua creazione. E’indispensabile a proposito fare una disitnzione tra ebrezza apollinea e dionisiaca. Infatti nella prima, l’artista è più attratto dalla visione, dall’emozione che l’immagine gli suscita; nel secondo caso invece, l’artista si contempla e si esalta nell’atto stesso del creare. Due livelli quindi differenti, ben distinti che il filosofo tedesco descrive nell’opera qui citata.

Questi concetti hanno attirato l’attenzione di Gallienne che era stato incaricato di pensare ad un nuovo testo drammaturgico sul personaggio di Caligola. Il famoso testo di Camus del 1945 era ormai superato, non sarebbe stato attuale nel 2005, anno della creazione di questo balletto parlare degli abusi di potere politico.

La scoperta del testo di Nietzsche gli ha dato la possibilità di ripensare la personalità dell’imperatore proprio sotto la figura dell’artista dionisiaco. Ed è così dunque che Nicolas LeRiche protagonista indiscusso della scena incarna le vesti di Caligola, uomo ricco di momenti di poesia, capace di sognare e di provare sentimenti di affetto molto forti. Intorno a lui ruotano quattro figure principali: due personaggi storici, Chaerea, un senatore (Wilfried Romoli) e il pantomimo Mnester (Benjamin Pech) e due più poetici e simbolici: la Luna (Claire Marie Osta), simbolo della figura femminile e Incitatus (Gil Isoart), il suo cavallo preferito.

Sono probabilmente questi ultimi due che caratterizzano particolarmente il soggetto della coreografia e l’animo di Caligola. L’imperatore è attirato dal fascino della Luna, la ricerca, vorrrebbe abbracciarla ed è sedotto da questa creatura che sembra così fragile, delicata e raffinata. D’altro canto ama tanto il suo cavallo che decide di far costruire un palazzo per lui.

Si ritrova in questa sorta di sentimenti l’essenza del personaggio di Caligola che il pubblico dell’Opéra di Parigi ha potuto incontrare.

La musica, le Quattro Stagioni di Vivaldi, non sono affatte inadeguate. Perché infatti non pensare l’alternarsi delle stagioni come i cambiamenti e le modificazioni cui siamo soggetti nella vita? La composizione di Vivaldi è ricca di momenti che possono regalare dei riferimenti a tutto ciò. Non è inoltre un caso che la Luna, danzata dall’étoile Claire Marie Osta, appare all’inizio dell’estate, un momento ricco anche di malinconia. Infatti la Luna per Caligola resta tuttavia un sogno, qualcosa difficile da raggiungere.

La musica di Vivaldi è intervallata da brani del musicista contemporaneo Louis Dandrel ricca di sonorità evanescenti, immobili, capaci talvolta di riprodurre il ritmo del respiro umano e rappresentare ancora di più l’atmosfera di sogno che avvolge Caligola.

La coreografia appare ben equilibrata, lo stile di LeRiche che è anche protagonista principale, comprende elementi classici ma è ricca anche di un linguaggio più tipico della danza contemporanea che rispecchia però perfettamente la musicalità di Vivaldi.

Circa un’ora e mezza di spettacolo che non può non affascinare lo spettatore per la ricchezza e l’interpretazione del suo interprete principale.

Paris, Opéra Garnier, 25 Marzo 2008

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