Il Pipistrello

Il balletto è frutto di una trasposizione operata da Roland Petit sull’operetta originale Die Fledermaus, di Johann Strauss figlio e dal ‘79 ha fatto il giro del mondo, approdando per la prima volta in Italia con straordinario successo al Teatro degli Arcimboldi nel dicembre 2003, immortalato anche da un DVD.

Alla ripresa delle rappresentazioni dopo la pausa estiva, viene riproposto al Piermarini come ultimo titolo della stagione 2005/2006, con l’étoiles Alessandra Ferri e Robert Tewsley (che già è stato protagonista nel teatro scaligero in Cenerentola e in Dido and Aeneas) nelle recite del 7, 8, 11, 13 e 15 settembre. Nelle altre recite i ruoli principali saranno interpretati anche dai solisti e primi ballerini del Teatro alla Scala: Gilda Gelati ed Emanuela Montanari (Bella) Mick Zeni e Alessandro Grillo (Johann), Vittorio D’Amato, Alessandro Grillo e Riccardo Massimi (Ulrich, l’amico di famiglia), Mick Zeni, Antonino Sutera e Massimo Dalla Mora (solista Czarda).

Roland Petit fa di questa sua opera una «  »libera, fantasiosa analisi trasversale » ed egli stesso commentando in un’intervista di alcuni fa il suo lavoro si esprime così: «  »Basta leggere il mio libretto, diviso in sette quadri (anziché nei tre atti dell’originale) per capire che ho veramente riscritto il libretto (…) Qui il Marito – e cioè l’Uomo, eternamente in cerca di nuove avventure e illusioni notturne, – non « indossa un pipistrello »: diventa egli stesso un pipistrello. E non esce di soppiatto dalla porta, vola via veramente, dalla finestra. E alla fine, per costringerlo a restare in casa accanto a lei per sempre, Bella non gli nasconde semplicemente i ferri del mestiere – il mantello e l’abito da sera – ma gli taglia letteralmente le ali con le forbici, come Dalila tagliò i capelli di Sansone. E gli infila, alla fine, ai piedi le simboliche pantofole. »

Uno spettacolo dunque che non può non rappresentare un momento di evasione e di frivolezza per il pubblico, per la storia in sé ricca di inseguimenti, balli in maschera, inseguimenti ma anche per le trascinanti musiche da valzer che ne cos

Il balletto è frutto di una trasposizione operata da Roland Petit sull’operetta originale Die Fledermaus, di Johann Strauss figlio e dal ‘79 ha fatto il giro del mondo, approdando per la prima volta in Italia con straordinario successo al Teatro degli Arcimboldi nel dicembre 2003, immortalato anche da un DVD.

Alla ripresa delle rappresentazioni dopo la pausa estiva, viene riproposto al Piermarini come ultimo titolo della stagione 2005/2006, con l’étoiles Alessandra Ferri e Robert Tewsley (che già è stato protagonista nel teatro scaligero in Cenerentola e in Dido and Aeneas) nelle recite del 7, 8, 11, 13 e 15 settembre. Nelle altre recite i ruoli principali saranno interpretati anche dai solisti e primi ballerini del Teatro alla Scala: Gilda Gelati ed Emanuela Montanari (Bella) Mick Zeni e Alessandro Grillo (Johann), Vittorio D’Amato, Alessandro Grillo e Riccardo Massimi (Ulrich, l’amico di famiglia), Mick Zeni, Antonino Sutera e Massimo Dalla Mora (solista Czarda).

Roland Petit fa di questa sua opera una «  »libera, fantasiosa analisi trasversale » ed egli stesso commentando in un’intervista di alcuni fa il suo lavoro si esprime così: «  »Basta leggere il mio libretto, diviso in sette quadri (anziché nei tre atti dell’originale) per capire che ho veramente riscritto il libretto (…) Qui il Marito – e cioè l’Uomo, eternamente in cerca di nuove avventure e illusioni notturne, – non « indossa un pipistrello »: diventa egli stesso un pipistrello. E non esce di soppiatto dalla porta, vola via veramente, dalla finestra. E alla fine, per costringerlo a restare in casa accanto a lei per sempre, Bella non gli nasconde semplicemente i ferri del mestiere – il mantello e l’abito da sera – ma gli taglia letteralmente le ali con le forbici, come Dalila tagliò i capelli di Sansone. E gli infila, alla fine, ai piedi le simboliche pantofole. »

Uno spettacolo dunque che non può non rappresentare un momento di evasione e di frivolezza per il pubblico, per la storia in sé ricca di inseguimenti, balli in maschera, inseguimenti ma anche per le trascinanti musiche da valzer che ne costituiscono la base musicale. Non è un caso che il balletto si chiude con questo interrogativo che è quasi un’esortazione: « Ora che l’ordine è ristabilito, che resta da fare? Qui siamo nel paese dei valzer. Allora danzate, Signore, ballate, signori, e che la musica vi travolga ».

tituiscono la base musicale. Non è un caso che il balletto si chiude con questo interrogativo che è quasi un’esortazione: « Ora che l’ordine è ristabilito, che resta da fare? Qui siamo nel paese dei valzer. Allora danzate, Signore, ballate, signori, e che la musica vi travolga ».

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