Maliphant e McGregor

Il nutrito mese di danza del Théâtre National de Chaillot continua con la presenza di due coreografi accomunati dalla loro esperienza artistica in terra d’Oltre Manica. Parliamo di Russel Maliphant e Wayne McGregor che hanno completato la loro formazione al Royal Ballet e che tuttoggi lavorano e collaborano con i principali teatrali londinesi, primo fra tutti il Sadler’s Well.

Il programma della Russel Maliphant Dance Company prevedeva un trittico composto da un assolo folgorante Flux, da una coreografia in cui la coralità dei danzatori é predominante e da Push, un duo creato nel 2005in collaborazione con Sylvie Guillem.

Una varietà di impatti visivi contraddistinguono l’intera serata.

Infatti in principio si rimane affascinati dalla fluidità del corpo del danzatore Alessandro Varona ; tutte le membra del suo corpo sembrano essere animate da un fluido magico, i movimenti si susseguono come se ciascuno di essi facesse parte di un unico assoluto. Un’interpretazione unica degna di un danzatore di grande elevatura.

Il secondo pezzo Small Boats richiama in scena tutta la compagnia. Tutt’altra atmosfera per questo pezzo che ha come soggetto il tema dell’esodo dei lavoratori clandestini e fu creato in collaborazione con il videoasta Isaac Julien realizzatore di un video con immagini tratte dai paesaggi marini della Sicilia. La danza s’interseca e si sovrappone alle immagini, alcune volte diventa lo sfondo apparendo come in trasparenza dietro lo schermo. L’intimità e i sentimenti dei danzatori arricchiscono i paesaggi solari del video.

In Push ritroviamo il vocabolario coreografico di Maliphant in cui fludità e ricerca gestuale costituiscono la sintesi della sua opera. Il duo é danzato da Alessandro Varona e Julie Guibert con le luci di Michael Hulls che giocano un ruolo importante perché capaci di creare profondità e volumi originali nei corpi in movimento dei due danzatori.

La nuova creazione Entity di Wayne McGregor (fondatore della compagnia Randomdance), é un pezzo ricchissimo, concepito riunendo insieme una tecnica classica perfetta, una concezione di stile coreografico contemporaneo e una musicalità eclatante. Il virtuosismo dei corpi predomina dall’inizio alla fine, giochi di articolazioni che mettono in risalto arabesques e rotazioni, fanno parte e costituiscono il disegno coreografico che sebbene non presenti le linee classiche, non ha nulla di teatrale ma si avvale tuttavia di un valore figurativo eccellente e avvolge gli spettatori in un vortice di emozioni visive.

E’ veramente una perla questa Entity, che parla coi corpi e con tutta la fisicità predominante dei dieci danzatori selezionati dopo dure audizioni. La musica di Jon Hopkins e Joby Talbot é altrettanto espressiva sebbene ricca di suoni elettronici e dissonanze.

In sintesi un pezzo da vedere e un esempio di danza contemporanea che ha un suo proprio significato e rappresenta un simbolo pregnante della ricerca coregrafica di questi ultimi anni.

Parigi, Théâtre National de Chaillot 14 e 21 Marzo 2009

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