Ashes

Koen Augustijnen é un giovane autore : formatosi alla scuola di Alain Platel, divenuto poi uno dei suoi interpreti, oggi fa parte del gruppo dei Ballets C. de la B. e in veste di coreografo ha presentato al Théâtre de la Ville la sua nuova creazione Ashes.

Il suo stile richiama in pieno quello della tradizione della danza contemporanea fiamminga caratterizzata da una forte fisicità e da una presenza importante della componente teatrale.

Non mancano inoltre elementi  » estranei  » al mondo del teatro, come per esempio avviene in Ashes, in cui la presenza di due acrobati di formazione circense completa il cast dei danzatori.

La musica é tratta da arie di Haendel, cantate da un alto e da un soprano che interagiscono senza alcuna dissonanza con il linguaggio coreografico piuttosto crudo che apparentemente potrebbe contrastare l’armonia dell’accompagnamento musicale.

Questo é senz’altro uno degli aspetti positivi di questa creazione dato che il coreografo immagina uno scenario in cui l’uomo si ritrova solo, quasi disperato all’indomani di un evento disastroso. Cosa ne é degli affetti, del mondo che ciascuno personalmente vive ? Come recuperarli e sopravvivere ? Questi sono in sintesi gli interrogativi che Augustijnen porta in scena, senza risparmiare alcun sentimento doloroso o di disorientamento. I protagonisti si alternano per lo più in assoli intensi in cui esprimono i loro stati d’animo, la violenza che hanno subito a causa della catastrofe che si abbattuta sulle loro vite.

Scene acrobatiche sembrano allegire l’atmosfera ma queste sono anche simbolo in una certa misura dell’imperscrutabilità e del mistero degli avvenimenti. Gli elementi acrobatici possono infatti mostrare il tentativo quasi irreale di opporsi agli eventi negativi. é un modo di lottare e di opporsi, di cercare una soluzione alla brutalità di ció che accade.

Il risultato del lavoro di Augustijnen é senz’altro positivo, un’ora e mezzo di spetttacolo in cui i differenti passaggi coreografici sono ben calibrati, tutto vibra di un’espressività sincera mai gratuita in cui la musica armoniosa di Haendel si pone anche elemento consolatore della tristezza dei protagonisti.

Parigi, Théâtre des Abbesses, 3 Marzo 2009

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