Nosferatu – Jean Claude Gallotta

Per questo balletto Jean Claude Gallotta s’ispira al mito della figura di Nosferatu che rievoca non seguendo una semplice narrazione della storia di Dracula, ma trasformandola in un personaggio che appare più ribelle che mostro, quasi una sorta di personaggio baudeleriano, che vive ai margini della società, assetato d’amore.

Ripercorrendo la genesi e la storia di questo personaggio da un punto di vista letterario e artistico, lo scrittore Bram Stoker aveva creato Dracula facendolo nascere da un aristocratico, forte e seducente, che si trasformava in un vampiro per seminare paura e terrore e che per una contaminazione fatale, trasformava le sue vittime anch’esse in vampiri. Nel 1922 il regista Friedrich Wilhelm Murnau lo avevo immortalato nel suo film Symphonie des Grauens ( Una Sinfonia dell’orrore).

Il personaggio di Dracula, così come questi appariva, secondo le caratteristiche che emergevano da questa pellicola cinematografica, non era mai stato oggetto di un balletto. In passato era stato solo al centro di diverse adattazioni da parte di compagnie anglosassoni.

E veniamo al Nosferatu di Jean Claude Gallotta.

Per il coreografo francese quest’opera rappresenta un salto nel regno dell’oscuro, del mistero, e Nosferatu ne è proprio l’emblema. Potrebbe anche essere una specie di simbolo e proiezione delle angosce contemporanee, dei mali e delle minacce che incombono sulla società contemporanea: come una volta lo erano la peste e la sifilide, oggi potrebbe rappresentare e ricondurci al problema dell’Aids.

Per questo non è solamente la semplice narrazione della vita e delle vittime di Dracula così come ci è stata tramandata dalla tradizione storica.

La storia è ambientata completamente in un luogo completamente abbandonato e desolato, popolato da gente eterogenea.

Tutte quante però hanno la passione e si ritrovano nell’esecuzione di un rituale coreografico, che si svolge osservando regole precise. L’avvio alla cerimonia viene dato da una persona designata, che veste i panni di un maestro cerimoniere: il neo Nosferatu dalle movenze ondulatorie, dà l’avvio alle danze anche per gli altri personaggi present iin scena, che via via inizaino a danzare disegnando ciscuno figure e schemi differenti. Il ballo diviene così una sorta di « Bal Noir », in cui si susseguono giochi d’incontri, spontanei e immediati, e dove tutte le differenze sociali sembrano essere abolite.

Pensata per quaranta danzatori che indossano costumi marroni, grigi, blu, tratti dalla vita quotidiana, la coreografia, a scapito di quadri d’insieme, predilige una serie di .passi a due, a tre, a quattro, ricchi di salti e di movimenti in cui i ballerini ora si sfiorano ora s’immergono in movimenti ondulatori . Al centro della scena, in cui prevalgono i toni della penombra, la figura di Nosferatu, che via via s’impone a scapito del resto della compagnia, che sembra scomparire nell’ampiezza del palcoscenico dell’Opéra Bastille.

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