ParmaDanza 2006 – I Ballets de Monte-Carlo

Attendere qualche tempo pur di avere un marito

Ricco, ben fatto e dolce,

è cosa assai naturale,

Ma ad aspettare cento anni e per di più nel sonno,

Beh, non si troverebbe più fanciulla oggi

Che dormisse così tranquillamente.

La fiaba ci vuole ancora dire

Che spesso i piacevoli nodi dell »imene

Non sono meno gustosi per essere stati attesi a lungo

E che nulla si perde nell »attesa.

Ma le donne aspirano

Alla fede coniugale con tanto ardore

Che non ho la forza né il coraggio

Di predicar loro questa morale.

Dalla fiaba « La Bella addormentata nel bosco » di Charles Perrault

Sono queste parole, tratte dalla fiaba di Perrault, che fanno riflettere e possono aver influenzato Maillot per la messa in scena della sua La Belle, creata nel 2001 al Grimaldi Forum di Monaco e insignita dei Premi « Nijinskij » e « Danza & Danza » .

Dalla visione fantastica e romantica che da sempre ha ispirato la favola, Maillot riesce a ricavarne un balletto in cui il registro cambia del tutto i suoi toni, assumendo connotati più terrestri e carnali. La vicenda si snoda e viene ambientata non più nel mondo fantastico e immaginario del palazzo principesco ma in quello dell’inconscio e della psicanalisi. E così che la personalità sognante di Aurora si scontra con quella asfissiante e severa della Regina, da cui riesce a riscattarsi per affermare la sua piena femmnilità grazie alla fata dei Lillà, capace di indirizzare la giovane principessa a vivere la sua storia d’amore in modo più vero e più spontaneo, facendone cogliere anche gli aspetti più carnali.

Il soggetto

Atto primo

L’universo del Principe

Scena 1 è dalla Fata dei Lillà che tutto a inizio… « La Regina dice numerose volte a suo figlio, per spiegarglielo bene, che bisognava accontentarsi nella vita; ma egli non osò mai confidale il suo segreto ».

L’universo della Bella

Scena 2 La Fata dei Lillà viene a raccontare al Principe la storia della sua Bella. Tutto il reame vive nella gioia, nella felicità e nell’abbondanza, tuttavia… « Il Re e la Regina erano così afflitti di non avere figli, così afflitti, da non potersi dire ».

Scena 3 La Fata dei Lillà compie il miracolo. « Finalmente, però, la Regina restò incinta e diede alla luce una bambina ».

L’universo del Principe

Scena 4 La Regina cerca di infrangere i sogni di suo figlio. « Egli la temeva, nonostante l’amasse, poiché ella era di razza orchessa e il Re l’aveva sposata soltanto per le sue grandi ricchezze ».

La Visione

Scena 5 è in veste di Carabosse che ella penetra nell’universo della Bella, per farle un maleficio e dire « che la Bella si sarebbe punta la mano con un fuso e che ne sarebbe morta. Questo terribile dono fremere tutta la compagnia e non c’era persona che non piangesse. Poi, il Re e la Regina, dopo aver baciato la loro cara bambina senza svegliarla, uscirono dal castello e fecero pubblicare divieti a chiunque di avvicinarlesi ».

L’universo del Principe Scena 6 La Fata dei Lillà veglia: « Rassicuratevi, la vostra Bella non morrà affatto, è vero che io non ho abbastanza potere per disfare interamente ciò che la mia sorella maggiore ha fatto: la Bella si pungerà la mano con un fuso, ma invece di morire… »

Atto secondo

L’universo della Bella

Scena 1 In capo a quindici o sedici anni, trasferitisi il Re e la Regina in una delle loro dimore di piacere, accadde che la Bella, correndo un giorno in un castello… « Una buona donna non aveva affatto udito parlare dei divieti che il Re aveva fatto: « Che fate qui, mia buona signora? », disse la Bella « Filo, mia bella bambina », le rispose la vecchia, che non la conosceva. « Ah, che bello! – rispose la Bella – come fate? Lasciatemi vedere se saprei fare bene altrettanto » Ella aveva appena afferrato il fuso che, essendo molto vivace e un po’ sventata, e poiché d’altra parte la sentenza delle fate ordinava così, se ne punse la mano e cadde priva di sensi ».

Scena 2 « Ma, invece di morire, ella cadrà soltanto in un sonno profondo, che durerà cento anni, al termine dei quali il figlio di un Re verrà a svegliarla. Allora il Re, considerando che bisognava che ciò accadesse poiché le Fate l’avevano detto, fece mettere la Bella nel più bell’appartamento del palazzo ».

L’Universo del Principe

Scena 3 « Il Principe udì dire che c’era in questo castello una principessa, la più bella mai vista, che doveva dormirvi per cento anni, e che sarebbe stata svegliata dal figlio di un re, al quale era stata promessa. Il giovane Principe, a queste parole, si sentì invaso dal fuoco e spinto dall’amore e dalla gloria risolse di vedere di persona di cosa si trattasse ».

Atto terzo

L’universo del Principe e della Bella

Scena 1 « Non appena si inoltrò nel bosco, tutti questi grandi alberi, questi rovi, e queste spine si aprirono da sole per lasciarlo passare ».

Scena 2 « Allora, poiché la fine dell’incantesimo era venuta, la Bella si svegliò e, guardandolo con occhi più teneri di quanto a prima vista sembrasse possibile: « Siete Voi il mio principe? – gli disse – Vi siete fatto attendere molto ». Il Principe, affascinato da queste parole e più ancora del modo in cui erano pronunciate, non sapeva come testimoniarle la sua gioia. Era più imbarazzato di lei, e non ce ne si deve stupire: ella aveva avuto il tempo di sognare ciò che gli avrebbe detto, poiché sembra (ma la storia non lo dice) che la buona fata, durante un così lungo sonno, le aveva procurato il piacere di sogni gradevoli ».

Scena 3 « Quando il Re morì, cosa che successe in capo a due anni, e il Principe si ritrovò sovrano, annunciò pubblicamente il suo matrimonio. Qualche tempo dopo il Principe andò a fare la guerra all’Imperatore Cantalabutte, suo vicino. Lasciò la reggenza del regno alla Regina Madre e le raccomandò vivamente sua moglie e i suoi figli ».

Scena 4 « Dal momento in cui egli partì, la Regina Madre poté appagare la sua orribile voglia. Ella ordinò, con un tono da orchessa che ha voglia di mangiare carne fresca con salsa Robert, che si portasse nel cuore della corte un grande tino, che ella fece riempire di rospi, vipere, bisce e serpenti, per farvi gettare la Bella, che aveva vent’anni passati, senza contare i cento che aveva dormito, a causa dei quali la pelle era un po’ dura, anche se bella e bianca. Ma il Re, che non si attendeva così presto, entrò nella corte a cavallo: era venuto a cavallo e chiese cosa significasse questo orribile spettacolo. Nessuno osava spiegarglielo, quando l’orchessa, furiosa nel vedere ciò che vedeva, si gettò per prima la testa dentro il tino, e fu divorata in un istante dalle orribili bestie che ella stessa vi aveva fatto mettere ».

Scena 5 – Epilogo Un uomo si sveglia..

Per maggiori informazioni e acquisto biglietti:

www.teatroregioparma.org

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